Chi sono?

Mi chiamo Andrea Motta e sono un professionista attivo nel mondo della SEO, con una lunga esperienza maturata nel Regno Unito, dove mi sono trasferito per la prima volta nel 2012 all’età di 23 anni.

Il piano iniziale era di rimanere in terra d’Albione il tempo necessario per una laurea specialistica in giornalismo.

Ma la vita è bella e imprevedibile. E, così, un’esperienza inizialmente destinata a durare un anno o poco più, è finita per protrarsi dieci anni!

Partito zaino in spalla, sono tornato all’ovile un decennio dopo con (in ordine sparso) delle skills nuove di zecca, una professione, una moglie e due figli – mica male! Ma andiamo con ordine.

Andrea Motta

Tabella dei Contenuti

I miei inizi in Sicilia

Nato a Catania, dal punto di vista professionale, ho iniziato come giornalista, attivo soprattutto nell’universo dello sport. Il calcio, in particolare, è sempre stato la mia passione. E la collaborazione con giornali e radio locali mi ha permesso di seguire il Calcio Catania in quella che, con tutta probabilità, è stata la parentesi più significativa del club siciliano.

Dopo aver conseguito una Laurea triennale in Scienze della Comunicazione Internazionale, ottenuto il tesserino da giornalista pubblicista ed essermi tolto la soddisfazione di intervistare personalità di un certo livello nel mondo del calcio, come l’attuale allenatore dell’Atletico Madrid, Diego Simeone, ho deciso di prendere un aereo e lasciare per la prima volta casa di mamma e papà.

Il trasferimento in Inghilterra

Mentirei se dicessi che passare dai 40 gradi estivi di Catania alle umide giornate di Birmingham non sia stato traumatico. Tuttavia, l’ambiente meritocratico e stimolante britannico, dove a tutti veniva data una chance (o, perlomeno, così era prima dell’inizio della Brexit – un evento che, come racconto in questa video intervista a una televisione inglese, mi ha lasciato non poco perplesso), fece passare ben presto la saudade.

Conquistato il mio Master’s Degree in International Journalism alla Birmingham City University, arrivò il tempo di misurarmi con una realtà più competitiva. Così, nel 2014, fu il tempo di fare le valigie e trasferirmi a Londra, sede di alcune delle aziende più prestigiose al mondo.

Andrea Motta in Birmingham, 2012
Caffè pomeridiano con un collega universitario - Birmingham, luglio 2012

Londra: terra di talento e opportunità

L’inizio a Londra, però, non fu, così semplice. Credevo erroneamente che avere un titolo di studio nel Regno Unito mi facilitasse a ottenere un lavoro. Ignaro del fatto che, nella cultura britannica, ciò che più conta è l’esperienza, non i titoli di studio.

Mi ritrovai, così, a sporcarmi le mani come receptionist notturno in un hotel del centro di Londra. L’obiettivo? Fare esperienza e non gravare troppo sulle casse di famiglia. Periodo massacrante in cui la mattina, spesso, anziché andare a dormire, mi disimpegnavo come giornalista freelance al seguito dei club calcistici londinesi – qui, per esempio, uno stralcio della mia intervista a Mauricio Pochettino, ex allenatore del Tottenham –, cercando disperatamente un ingresso nel ‘mondo del lavoro che conta’.

Tentativo che si concretizzò a inizio 2016, con l’opportunità di uno stage al Guardian: trenta giorni passati nell’immensa sede londinese, supportando la redazione in una miriade di compiti: dalla redazione di trafiletti per la versione cartacea del giornale, alla realizzazione di articoli per la versione online del giornale; dai lanci dei pezzi su Facebook e Twitter, all’ottimizzazione degli articoli pubblicati sul sito del giornale per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca. Insomma, la cara e vecchia SEO: Search Engine Optimisation.

Quest’ultima esperienza mi ha affascinato così tanto che, al termine dello stage, ho deciso di rimanere nel mondo del Digital Marketing, lavorando sia per agenzie – quanto di più dinamico esista, passando da settore a settore, di mercato in mercato, da clienti locali a colossi internazionali – sia in-house, dedicandomi alla mia amata SEO, ma anche a tante altre discipline.

Nelle agenzie, infatti, spesso finisci per mettere le specializzazioni da parte e diventare un one man show, occupandoti un po’ di tutto ciò che riguarda il cliente: dall’account management alle paid ads, passando per l’email marketing, i social media e il content writing.

Andrea at White Heart Lane
Reporting live da White Heart Lane la sfida di Europa League tra Tottenham e Fiorentina - febbraio 2016

Bournemouth: tra digital marketing e web agency

Da Londra, poi, il trasloco a Bournemouth, una ridente cittadina costiera nel sud dell’Inghilterra, definita – forse con esagerazione – la Silicon Valley del Regno Unito, per via dell’ambiente brulicante di start up e web agencies.

Un centro più piccolo, a misura d’uomo, insomma, in cui iniziare a costruire con mia moglie, conosciuta qualche anno prima a Londra, la nostra famiglia.

Un piano impreziosito dall’acquisto della nostra prima casa e, soprattutto, dall’arrivo di nostra figlia. Poi, la pandemia, un accadimento che, in un modo o nell’altro, ha riscritto le vite di tutti noi.

My old driving licence
Un vecchio cimelio: la mia patente British!

Remote Work is the way

Al momento del primo lockdown, avevo appena cambiato lavoro. Nuova agenzia, un team di executives da coordinare. Tutto molto stimolante, parzialmente offuscato da una nuova e inaspettata sfida: lavorare da casa. Sarei stato capace a disimpegnarmi in quello che – con un termine che non esiste nella lingua inglese – in Italia è stato ribattezzato smart working?

Il risultato è stato positivo (per me, ma non solo: secondo un recente studio, l’82% degli impiegati oggi preferisce lavorare da casa). Obbligato, come tanti, ad abbracciare il lavoro agile, questa spinta portata dalla pandemia ha finito per ‘giovarmi’, donandomi quel pizzico di coraggio che da qualche anno aspettavo: intraprendere una carriera completamente in remoto, lasciando la comfort zone che mi ero costruito nel Regno Unito, per tornare a casa, in Sicilia, convincendo mia moglie, straniera, che – in fondo – il caos siculo, non è così male, e che, a parità di condizioni, il South Working può far bene a noi e al territorio.

Ed è bello vedere che in tanti, ormai, compresa l’azienda per la quale lavoro attualmente come Senior SEO Manager, prediligano un approccio remote-first.

Il link della mia intervista a Francesco Margherita: abbiamo parlato della mia ultima decade (dalla vita professionale in UK, al ritorno in Italia)

Perché questo blog

Il blog può essere un mezzo molto potente, da utilizzare con saggezza. Ho deciso di aprire questo spazio per condividere riflessioni e appunti sul mondo del digitale, condividendo la mia esperienza con il resto del mondo.

Perché? Per ispirare me stesso e gli altri. Anch’io, non di rado, ho trovato la spinta per migliorare, traendo ispirazione dalle parole di qualcuno.

Spero, nel mio piccolo, di poter fare altrettanto.

Se necessiti di un Consulente SEO, desideri invitarmi a partecipare a un tuo evento, o vuoi solo fare una chiacchierata con me, compila il form di contatto sulla pagina Contatti. Ti aspetto!